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Il cantante di blus - Capitolo 20

XX.

«Ciao Vincenzo, sono Michele»

«Ué, Michè! Ogni tanto ti fai sentire. Che fine hai fatto?»

«Niente, le solite cose. Sono sempre a Roma. Tu come stai?»

Vincenzo era un vecchio compagno delle superiori di Michele che, dopo molti anni passati all’università, si era finalmente laureato in legge e aveva vinto un concorso nell’Agenzia delle Entrate a Verona.

Ogni tanto si scambiavano favori reciproci, ma nonostante si sentissero quasi solo per quello, la loro amicizia a distanza non ne soffriva.

In questo caso, però, ci aveva riflettuto molto prima di coinvolgerlo in quella storia.

Supponendo che fosse Cardamone il colpevole del furto del racconto, e non aveva altre piste da seguire, aveva bisogno di sapere chi era e come poteva essere toccato dal contenuto di un racconto che narrava la morte di Pino Daniele.

Era un produttore musicale. Che avesse avuto a che fare con lui per lavoro?

Quelle domande richiedevano una risposta.

«Io sto una bellezza. Dai dimmi, che ti serve?»

«Perché devi sempre farmi sentire uno stronzo?»

«Ma perché lo sei, amore mio»

«Grazie, tesoro mio. Vorrei ricorrere alla tua magica anagrafe…»

L’anagrafe tributaria era l’archivio che conteneva tutti i dati fiscali di ogni cittadino e di ogni azienda italiana. Era un prezioso aiuto per Michele, nelle transazioni poco chiare che ogni tanto capitavano nel suo lavoro, e spesso gli era servita anche per togliersi delle curiosità.

Vincenzo aveva un accesso illimitato, ed era stato sempre ben disposto ad aiutarlo, anche se la cosa non era proprio regolare. Stavolta però manifestò delle preoccupazioni «sai del casino che è successo, Michè. È un problema fare queste interrogazioni in questo periodo».

«Ma quando mai! Mica ti chiedo di un politico, di un calciatore o di un personaggio televisivo?». Sembrava infatti che i controlli sulle interrogazioni indebite fossero più serrati se si chiedevano informazioni su persone in vista. «Questo è uno normale! Al massimo può essere un mafiosetto…»

«Ma tu sei impazzito?»

«Ma no! Sto scherzando. Dai fammi ‘sta magia, che veramente mi serve per una cosa importante»

«Dai, qual è il nome?»

«Cardamone Vittorio»

«Data di nascita?»

Non aveva altri dati. Dalla ricerca che aveva fatto aveva ottenuto scarne informazioni sulle origini napoletane o casertane di Cardamone e sul fatto che risiedesse a Roma.

«E che ne so?»

«Aeee… Sai quanti ne trovo?»

«Io non lo so, e nemmeno tu. Prova e poi mi fai sapere, no?»

«Miché, tu sei una tortura, lo sai? Chiamami fra una mezz’ora»

 

«Ciao, sono la tortura»

«Che palle! Allora, ce ne sono undici»

«Vedi quelli che hanno più di 40 anni»

Click… click, click…

«Sei»

«Campania e Lazio?»

Click… click, click…

«Due».

«Questo fa il produttore musicale».

«Beccato! L’altro è un dipendente privato»

«Mi mandi la solita mail?»

«Sì, e poi ti mando al solito posto».

«Vai avanti tu che conosci la strada, per le volte che ci sei dovuto andare. Mi hai salvato, bastardo».

«Ciao».

«Ciao».